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Perché indossare il rosso a capodanno
Spesso capita che si continuino ad usare tradizioni come gesti ripetuti, ma ormai svuotati di significato. Questa è, nel tempo, la conseguenza della ripetizione del gesto senza l’accompagnamento di una narrazione. A lungo andare il significato si perde è così anche tutta la sua potenza simbolica.
La consapevolezza della valenza simbolica di un gesto trasforma un’azione banale in un rituale caricandolo di tutto il potere che gli è proprio e per il quale è stato concepito. Per questo, riscoprire i significati delle tradizioni serve a restituire valore e potenza trasformativa a quelli che altrimenti restano i gesti deboli di uno scialbo teatro umano.
A capodanno, ad esempio, si usa indossare qualcosa di rosso in segno di buon auspicio per il nuovo anno.
Perché il rosso?
Il rosso è il colore della Maddalena e veniva usato ogni volta che si voleva rappresentare una donna nella sua potenza creatrice perché è il colore della sacralità femminile per eccellenza, è il colore del sangue mestruale, il sangue dell’utero, il sangue della vita. È il colore simbolo della forza attiva, trasmutatrice, generatrice e creatrice. Non a caso, di rosso si dipingevano le pareti delle Domus de Janas, grotticelle funerarie in cui, in Sardegna, isola della Dea, si sepellivano le persone in posizione fetale come a ricreare l’ambiente uterino in cui la persona, dentro il grembo della Madre Terra, sarebbe stata pronta a rinascere, ad essere partorita a nuova vita.
In Alchimia, la Grande Opera consiste in un vero e proprio processo terapeutico, un cammino iniziatico in cui la meta è raggiungere la pienezza del Sé. La fase associata al Rosso (Rubedo) è l’ultima fase, la più importante perché coincide con la formazione della Pietra filosofale. L’Opera al Rosso è infatti la fase in cui ci si propone di raggiungere la visione Suprema, l’epopteia, come è chiamata nei Grandi Misteri Eleusini, il più famoso dei riti religiosi segreti dell’antica Grecia dedicato alla Dea Demetra.
In questa fase dominata dal rosso, i conflitti interiori sono superati perché composti in una sintesi superiore, al di là del tempo e dello spazio.
Rubedo avviene dopo le fasi di nigredo e albedo (per ridurre a tre le diverse fasi secondo l’uso introdotto nel Medioevo): nel campo materiale è il compimento finale delle trasmutazioni chimiche che culminano con la conversione dei metalli vili in oro. Se la nigredo consiste nella putrefazione e l’albedo nella distillazione, la rubedo avviene per sublimazione sotto l’effetto del fuoco. È simboleggiata dalla fenice, da un pellicano, un uovo o una rosa rossa. Al termine del processo trasformativo alchemico, la materia divenuta un composto stabile di color rosso vivo è chiamata Pietra filosofale che, a contatto con i metalli comuni (piombo, stagno), li trasmuta in oro.
Sul piano spirituale, l’Opera al Rosso, la Suprema Grande Opera (Opera mistica, via dell’Assoluto, via della fenice) doveva dunque portare la persona a superare i conflitti in una sintesi superiore, la coniuctio oppositorum, a raggiungere il suo vero Sé e a ritrovare la sua originaria interezza.
Quando si conclude l’anno è tradizione indossare qualcosa di rosso per propiziare la furtuna, buttare oggetti vecchi dalla finestra, scoppiare petardi, far brillare fuochi d’artificio, fare il frastuono che è proprio di un segno di rottura. Il senso vero è quello di affrontare il proprio vecchio Sé, buttare via ciò che ci frena e ci appesantisce, rovesciando completamente il proprio stato scomponendolo come fa il fuoco con la materia. Affrontando la nostra Ombra ci si apre a una nuova visione completamente ribaltata del mondo e di noi stesse/i (nigredo, Opera la Nero). Solo a quel punto, dopo questa pulizia, si puà avere spazio per accogliere nuove cose e per aspirare a una via più luminosa (albedo, Opera al Bianco). Infine, armonizzando gli opposti che ci appartengono, si è pronte/i per andare oltre e finalmente realizzare, in questa trasformazione, un nuovo Sé (rubedo, Opera al Rosso).
Indossando qualcosa di rosso ci ricordiamo la necessità ciclica di partorire a nuova vita.
Buona rinascita
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