Per tre giorni il Villaggio nuragico di Santa Cristina a Pulilatino si è trasformato nel Paradiso perduto. Rituali attorno al pozzo sacro per celebrare l’equinozio e la femminilità dell’acqua, concerti che riproducevano la vibrazione dell’Om (il più potente dei mantra), danze sotto la pioggia con i piedi nel fango al ritmo della musica del dj del Buddha Lounge di Berlino e incontri sotto gli alberi con esperti di discipline olistiche per riequilibrare i chakra e riconnettersi col Divino. Il Festival della Gioia è stato un raduno spontaneo di curiosi ed esperti di discipline per il benessere di corpo, mente e spirito realizzato senza budget, né uffici stampa e senza un’organizzazione che andasse oltre un entusiastico passa-parola e un’efficace manodopera volontaria. In pochi giorni, il villaggio cristiano che affianca le costruzioni del complesso nuragico si è trasformato in un teatro di balle di fieno, laboratorio artistico, centro espositivo e di conferenze. Sono arrivati da tutta Italia, ma anche da Berlino, come il dj Mike Natural, e dalla Croazia, come Dubravko Lapaine, straordinario musicista capace di suonare il didgeridoo – strumento a fiato degli aborigeni australiani creato 15 mila anni fa – in un modo unico. Così come unico è stato il concerto che ha tenuto per 12 persone nel buio del nuraghe in mezzo al bosco in una notte stellata. Un’esperienza indimenticabile.
A orchestrare il tutto, Winki, surfista e scrittore che gira il mondo e racconta le sue esperienze nei suoi libri, l’associazione Boghes e la cooperativa Archeotour che gestisce il parco archeologico in modo illuminato e che ha permesso l’ospitalità di molti organizzatori all’interno di alcune delle 36 muristenes, le casette che circondano la chiesa e costruite quando, nel XVIII secolo, il cristianesimo ha operato la sovrapposizione cristiana al luogo di culto pagano. Piccole costruzioni fiabesche che hanno ospitato anche i dipinti acquatici di Vincenzo Ganadu e le opere di Marta Palitto che raccontano la sua ascesi spirituale sino alla comprensione del “Nuovo Paradigma”.
Il Festival è stato un momento di incontro straordinario in cui si alternavano incontri con scrittori (come Valerio Caddeo e il suo La terra dei giganti), musicisti (come Buzzy Lao, selezionato da MTV come uno dei migliori cantautori emergenti), sognatori (come Stefano Cucca – Rumundu che da Sorso ha realizzato il sogno di girare il mondo in bicicletta, col suo rallentare curioso ha portato ovunque il suo messaggio di uno stile di vita sostenibile e alternativo al modello consumistico) ed esperti di tecniche per il riequilibro energetico. Come Raffella Ricci che, truccata come una guerriera preistorica, in mezzo al bosco riapriva i chakra con i suoi trattamenti ayurvedici. E come Raffaella Miraglia con la sua tecnica Matrix 2 Point, o Margherita Cattagni che ha proposto delle tecniche esperienziali per liberarci dai muri che ci autoinfliggiamo e che ci separano dagli altri e dai noi stessi. Ad esempio guardando a lungo negli occhi lo sconosciuto che avevamo accanto.
Ovviamente non potevano mancare i rituali al pozzo sacro che durante l’equinozio palesa la sua straordinarietà costruttiva. Quando il Sole è allo zenit, l’acqua del pozzo si illumina grazie ai raggi che penetrano in modo esattamente perpendicolare e, se si scende sino all’acqua, si può assistere al fenomeno della propria ombra riflessa esattamente capovolta sulle pareti del pozzo. Un fenomeno di rifrazione che ripete l’immagine del Capovolto, figura comune nelle costruzioni nuragiche che richiama la figura sciamana che unisce il mondo di sopra con quello di sotto. Una magica coniunctio oppositorum. Il fenomeno è stato celebrato con riti di meditazione sonora in cui la musica è stata prodotta con la voce dei partecipanti e col sitar di Giuseppe Allenza.
Tornare a casa è stato come il rientro da un viaggio nello Spazio.