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Un racconto che salva
Credo nel potere curativo e salvifico delle fiabe, dei miti e dei racconti.
Questo è quello che ho scritto per l’8 marzo e che ho letto all’Hotel Regina Margherita durante l’evento “…e ancora L’OTTO” e dove ogni anno, con una decina di scrittrici e scrittori, leggiamo dei racconti brevi ispirati alle donne.
Lo condivido perché racchiude il cuore di quello in cui credo e, in qualche modo, potrei considerarlo il mio manifesto.
Ajaja (nonna)
Mia nonna era di una bellezza trionfale e un piglio volitivo e deciso che non lasciava spazio a incertezze. Le bastava uno sguardo per capire virtù e debolezze di ogni persona. Di me diceva che ero troppo addomesticata e che non ero capace di difendermi.
Credo di non esserle mai piaciuta.
Lei invece a me piaceva. Anche se non mi chiamava mai per nome, confondendo il mio nel vespaio di nomi di figlie, nipoti, amiche e parenti che coloravano la sua corte. Così, io ero Nessuno di fronte alla regina, colei senza il cui consenso, nulla poteva accadere.
Matriarcato puro.
Mi ricordo, però, di un pomeriggio arancione in cui mi raggiunse all’ultimo piano della sua casa, dove mi rifugiavo, tra scatole e divani, in stanze che credevo avesse dimenticato. Appena mi vide si fermò sulla porta e mi guardò in silenzio per un po’. E poi mi raggiunse sulla poltrona di velluto stinto e mi strinse sul suo seno morbido di sapone e lavanda, consolandomi con canzoni in limba che curavano – diceva – ogni male.
Ora ti racconto una storia che un giorno capirai, mi disse.
Prima di te, c’era tua madre.
Prima di tua madre, c’ero io.
Prima di me, c’era mia madre.
Prima di lei, ajaja e tutte le nonne sino a Maria Maddalena.
Prima di lei, tutte le nonne sino ad Eva.
E prima di Eva… Lilith.
Lilith ballava scalza tra gli alberi del bosco, cantava, rideva e amava sporcarsi col fango del pozzo sacro.
Adamo le disse: adesso basta, sei mia.
E lei gli rispose: non più di quanto ti appartenga il cielo.
Adamo le disse: farai ciò che ti dico.
E lei gli rispose: avrà l’effetto che se tu lo dicessi al Sole.
Adamo la prese per soggiogarla.
Lilith non ci pensò neanche un attimo: aprì le sue ali e volò subito via.
In nome di Lilith che cancellarono dai testi sacri
In nome di Maddalena che calunniarono e di cui cancellarono le parole
In nome di tutte le Dee di cui fecero dimenticare il potere
In nome delle tessitrici di tutto il mondo che inventarono la scrittura e tramandarono antichi saperi nei disegni dei loro arazzi
In nome delle majarzas che recitano i brebus e tramandano da donna a donna le parole che curano
In nome di tutte le donne che hanno ali e non le dispiegano
Ricorda questa storia e raccontala ogni volta che puoi.
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